La gestione del cucciolo orfano

Autore: Manuel Felici, Medico Veterinario in Roma
Specialista in patologia e clinica degli animali d’affezione, perfezionato in cardiologia dei piccoli animali

 

 

Capita di dover gestire dei cuccioli neonati, sia di cane che di gatto, per svariati motivi: morte della mamma, mancanza di latte nella mamma, ad esempio dopo un parto cesareo, oppure ahimè perché trovati abbandonati. Sostituirsi alla mamma non è cosa semplice e rispettare rigide regole aumenta la possibilità di successo.

 

Colostro e temperatura

 

Il primo fattore da tenere in considerazione è l'assunzione da parte del cucciolo del colostro della madre, che è il secreto che la ghiandola mammaria secerne nelle prime 24 ore dopo il parto. Il colostro differisce dal latte perché ricco in zuccheri, povero in proteine e lipidi, ma soprattutto perché contiene le immunoglobuline (anticorpi) che rappresentano l’immunità passiva che la madre trasferisce al cucciolo.  Questa è molto importante perché rappresenta la difesa di cui il cucciolo potrà beneficiare delle vaccinazioni.

Nella gestione del cucciolo orfano è molto importante tenere sempre monitorata e costante la temperatura corporea, il cucciolo dovrà infatti essere sempre tenuto al caldo: ciò è possibile utilizzando borse termiche, lampade riscaldanti e tessuti, come la lana e il pile, da sostituire puntualmente per consentire il mantenimento di una sistemazione sempre pulita. Fintanto che il cucciolo non è adeguatamente riscaldato, alimentarlo artificialmente può essere perfino controproducente, perché il suo metabolismo è rallentato e il latte ingerito potrebbe favorire fermentazioni.

 

Glicemia e alimentazione

 

Una volta garantita una temperatura corporea di almeno 37,5°C, il passo successivo è quello di ripristinare una adeguata concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia): questo è possibile facendo cadere alcune gocce di acqua molto zuccherata o miele direttamente sotto la lingua del cucciolo. A questo punto, il piccolo orfano dovrebbe dimostrarsi molto più reattivo e magari piangere proprio perché affamato.

Ora occorre preparare il latte artificiale: in commercio esistono diversi preparati in polvere che vanno diluiti in acqua secondo le schede tecniche di ciascun prodotto; è necessario usare acqua calda (35°-36°) per fornire al cucciolo un alimento che rispetti la sua temperatura corporea.

Non bisogna mai usare una siringa per alimentarlo, perché in tal modo si rischia di fargli “aspirare” del latte con conseguente polmonite, ma bisogna usare un biberon della giusta dimensione con solo un piccolo foro sull’apice, in modo che sia la suzione stessa del cucciolo a determinare la fuoriuscita di una quantità di latte proporzionale alla capacità di deglutizione del cucciolo.

Durante l’allattamento è altrettanto importante, per evitare la polmonite, che il cucciolo sia mantenuto in orizzontale con la pancia rivolta verso il basso, come farebbe in condizioni fisiologiche attaccandosi alla mammella della mamma.

Un cucciolo di pochi giorni di vita deve essere alimentato ogni 2-3 ore sia di giorno che di notte con piccole quantità di latte proporzionali alla sua capacità gastrica. Dopo aver soddisfatto la sua fame, dobbiamo anche preoccuparci della sua urinazione e defecazione, infatti in natura è il lambimento della madre a favorire queste funzioni organiche. Il nostro compito è quindi quello di imitare questa funzione, usando del cotone imbevuto in acqua tiepida e stimolando i genitali e l’ano fino a veder urinare e defecare il cucciolo.

Man mano che il tempo passa, intorno al dodicesimo giorno di vita gli occhi del nostro cucciolo si apriranno e gradualmente, tra il dodicesimo e il quindicesimo giorno, si potrà ridurre il numero dei pasti notturni, ma solo intorno al venticinquesimo giorno si potrà iniziare un graduale svezzamento.

 

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