Marianna Filareto, Medico Veterinario in Roma
Specializzanda in Malattie infettive, profilassi e polizia veterinaria
Nel gatto, il carcinoma squamocellulare è una neoplasia che si manifesta come una lesione crostosa e nerastra a livello di aree ipopigmentate del piano nasale, delle pinne auricolari o del canto mediale dell’occhio, le aree più esposte alle radiazioni solari. Il rischio di sviluppare questa patologia è maggiore nei gatti a mantello bianco, anche se i gatti con mantello di colore diverso dal bianco spesso vengono portati a visita con lesioni da carcinoma squamocellulare a carico di sedi corporee non pigmentate e scarsamente coperte da pelo. Sono a rischio anche i soggetti che vivono in casa, soprattutto quelli che stanno a lungo vicino alle finestre, il cui vetro non blocca completamente i raggi ultravioletti. Sembrano essere particolarmente predisposti i gatti positivi alla FIV e alla FeLV.
Le cause
La causa principalmente riconosciuta è l’esposizione ai raggi UV solari anche se pare esserci una correlazione con infezioni da papillomavirus, come nell’uomo, anche se ancora si tratta di una ipotesi controversa.
Manifestazioni cliniche
Le lesioni hanno una distribuzione classica. In più dell’80 per cento dei casi hanno sede sulla testa, di solito a livello di punta del naso, orecchie e palpebre, tutte aree scarsamente ricoperte da pelo. L’età media dei gatti colpiti è di 11 anni, anche se sono state evidenziate anche in soggetti di appena un anno di vita. Inizialmente, le lesioni sono lievi e appaiono come croste iperplastiche, arrossate o eritematose e poi evolvono verso lo stato neoplastico con ulcerazione e distruzione del tessuto circostante. Possono essere indolenti anche per lunghi periodi. Le lesioni iniziali possono migliorare o peggiorare a seconda del grado di esposizione alla luce solare.
Diagnosi
Riconoscere le lesioni e effettuare immediatamente un esame bioptico, per confermare la diagnosi, è l’unico fattore importante in grado di garantire un esito favorevole, in quanto, se diagnosticati tempestivamente, possono essere trattati. Questi tumori sono dotati di aggressività locale e tende a metastatizzare lentamente, fino a raggiungere i linfonodi regionali e i polmoni. Prima di instaurare una terapia definitiva, è necessario stabilire lo stadio evolutivo del tumore (mediante esami radiografici del torace, aspirazione di linfonodi regionali e valutazione dei risultati di test ematologici, profilo biochimico e analisi delle urine). Verranno quindi classificati in:
- Tis: carcinoma in situ, quando non oltrepassa la barriera cutanea
- T2: tumore di 2-5 cm e/o con minima invasione
- T3: tumore di >5 cm e/o con invasione sottocutanea
- T4: tumore di qualsiasi dimensione con invasione delle strutture circostanti
Terapia
Nei gatti colpiti da carcinoma squamo-cellulare, il successo del trattamento dipende dalla tempestività della diagnosi e delle misure terapeutiche. Il trattamento del carcinoma squamocellulare del padiglione auricolare solitamente comporta la resezione chirurgica della parte. Quelle localizzate sulla testa, sull’occhio o sul naso, sono difficili da trattare chirurgicamente data la scarsità di cute lassa a tale livello, ma possono rappresentare una sfida chirurgica per l’ottenimento del risultato terapeutico. Un’altra tecnica di rimozione è la terapia fotodinamica (PDT), che consiste nella somministrazione endovena di una sostanza dotosensibilizzante che si distribuisce prevalentemente al tumore; dopo alcune ore, l’area del tumore viene illuminata con una luce laser che attiva il fotosensibilizzatore, danneggiando le cellule tumorali.
Se le lesioni sono piccole o pre-cancerose e diagnosticate tempestivamente, si possono usare farmaci locali applicati direttamente sulle lesioni.
Per gli stati 3 e 4, invece, spesso non basta la chirurgia a risolvere il problema. Può essere necessaria la radioterapia, i cui costi sono molto elevati, chemioterapia intralesionale o sistemica.
Prevenzione
Numerosi studi hanno dimostrato che il carcinoma squamocellulare è piuttosto comune nel gatto. È importante che i proprietari dei gatti bianchi, ma anche di gatti colorati, attuino delle misure preventive. In primis, bisogna evitare che il gatto venga esposto alla luce solare diretta, magari evitando che esca nelle ore di luce; è importante che si prenda l’abitudine a spalmare creme solari sulle orecchie e sul piano nasale, il che fornisce un certo grado di protezione. La precocità nel riconoscere, diagnosticare e trattare l’affezione comporta una prognosi migliore, per cui si consiglia di portare subito a visita gatti predisposti e non a questi tumori per fare una visita approfondita.