Adottare un secondo cane: evitiamo gli errori
Autore: Luca Buti, Medico Veterinario
Master di II livello in Medicina Comportamentale degli animale d'affezione
Decidere di inserire un secondo cane in famiglia, convivendo già con un pet, spesso è motivo di preoccupazione per i proprietari. Ma ecco alcune considerazioni che possono essere di aiuto.
Partiamo dal concetto di gerarchia: in materia di stabilizzazione di gerarchie, se lasciati liberi di decidere autonomamente, i cani sono di gran lunga superiori agli uomini. A parte il caso in cui si scelga di adottare un individuo della stessa razza, sesso, età e livello gerarchico del pet già residente nella nostra casa (uguale almeno in apparenza), se noi non interferiamo, i cani sanno organizzarsi tra loro in maniera molto veloce. Per non avere problemi, andrebbe innanzitutto scelto un soggetto con caratteristiche fisico/caratteriali opposte al nostro pet.
Meglio scegliere, inizialmente, un territorio neutro per le "presentazioni"; ad esempio, un parco sconosciuto a entrambi, in modo tale che nessuno dei due sia motivato a manifestare diritti di possesso su nulla. Lasciamo che i nostri amici siano liberi di correre, di fare i cani, giocare, rotolarsi, etc. Consideriamo assolutamente naturale che ogni tanto qualcuno dei due assuma degli atteggiamenti di dominanza o emetta dei ringhi verso l'altro; succede in genere quando l'altro si concede comportamenti "fuori dalle righe". Interveniamo il meno possibile, in modo da non punire il presunto aggressore e quindi conferire un rango maggiore all'altro. Normalmente, i confronti gerarchici, in assenza di interferenze umane e in territorio neutro, sono essenzialmente mimetici; vale a dire che, nonostante a noi sembrino a volte anche molto violenti, raramente esitano in una qualche lesione dei contendenti. Gradualmente poi passeremo dal territorio neutro alla nostra casa e lo faremo quando, dopo diversi incontri, le misurazioni gerarchiche saranno scomparse.
Una volta in casa, poi, un errore che spesso commettiamo (e che va evitato) è quello di ritenere che il primo cane residente sia di per sé dominante sull'altro; questo ci porta ad attribuirgli un rango maggiore e spesso determina l'insorgenza di problemi relazionali con il nuovo arrivato. Di solito, noi umani riteniamo i soggetti anziani più autorevoli, i cani non necessariamente. Una volta che entrambi i nostri pet si considerano residenti, va poi stabilito l'ordine gerarchico tra loro e in questo il più giovane potrebbe anche avere la meglio; dobbiamo riconoscerlo e ammetterlo.
Ricapitolando, la progressività negli incontri, la minore interferenza possibile da parte nostra e, soprattutto, la consapevolezza che i nostri amici siano perfettamente in grado di autogestire i rapporti tra loro, ci condurranno verso una pacifica e appagante convivenza.