Adriano Pacini

Le vaccinazioni nel cavallo

Autore: Adriano Pacini, Medico Veterinario, Ippiatra


Cosa è un vaccino e perché viene fatto?

Un vaccino è un farmaco costituito o dal microrganismo (virus, batterio o protozoo)
o da frazioni glicoproteiche del microrganismo stesso, o da sue tossine per stimolarlo a produrre anticorpi specifici in grado, in futuro, di proteggere l'animale. Il vaccino deve mantenere le caratteristiche antigeniche del patogeno corrispondente, perdendo però tutti gli attributi che consentono al microrganismo di danneggiare l'ospite.
E' studiato per stimolare la produzione di una risposta immunitaria da parte dell'organismo, per proteggerlo e per renderlo più resistente ad una o più particolari malattie.
La maggior parte dei vaccini è somministrata tramite iniezione intramuscolare o sottocutanea. Solo alcuni prevedono la via intranasale.
Quasi sempre deve essere stipulato un protocollo vaccinale per stimolare l'organismo a produrre una risposta immunitaria efficace e duratura, con richiami successivi ad intervalli regolari.


Quali sono gli effetti indesiderati?

Nella maggior parte dei casi non sono riportati, ma occasionalmente potrebbero innescarsi dei fenomeni allergici o potrebbe comparire un piccolo pomfo il giorno seguente la vaccinazione nel sito di inoculo che può essere dolente per qualche giorno, ma solitamente scompare spontaneamente.
Eventualmente qualche spugnatura calda e massaggio possono essere utili.

Occasionalmente alcuni cavalli possono apparire leggermente depressi per uno o due giorni dopo la vaccinazione, a causa di un piccolo rialzo febbrile giustificato dallo stress da parte dell'organismo. Lo scopo dei vaccini è infatti quello di simulare o contrarre in forma lieve e controllata la malattia, in modo da stimolare l'organismo a produrre degli anticorpi che saranno già pronti a combattere la stessa malattia qualora il soggetto ne venisse successivamente a contatto.
È quindi buona norma lasciare al cavallo un paio di giorni di riposo dopo la vaccinazione.
L'animale dovrebbe poi essere regolarmente trattato con vermifughi, per evitare un ulteriore stress in aggiunta a quello che già ha convivendo con i potenziali parassiti intestinali.


È necessario vaccinare il cavallo?

La vaccinazione contro il tetano, ad esempio, è un modo semplice ed efficace di prevenire una malattia gravemente debilitante e potenzialmente mortale.
I cavalli spesso si procurano piccole ferite che passano inosservate. Per questo è sensato proteggerlo
da questa malattia e non esistono controindicazioni
per non farlo.
Se invece si ha intenzione di fare delle competizioni sportive con il cavallo, la vaccinazione per l'influenza ed il tetano sono obbligatorie per legge. Servono per ridurre i rischi di maggiori epidemie che possono seriamente danneggiare l'ippica o gli altri sport equestri. Per l' anemia infettiva non è previsto un vaccino, ma un test di verifica obbligatorio per legge.


Quali sono i vaccini obbligatori per cavalli da concorso?

Non tutti i vaccini sono obbligatori, se non nel caso in cui il cavallo partecipa a concorsi, raduni, fiere o se viene spostato.
L'influenza equina ( che è sempre associata al tetano con richiami ogni sei mesi ) è l'unica vaccinazione obbligatoria per i cavalli che partecipano ai concorsi. Così come il Test Anemia Infettiva: ogni anno per le Regioni ad alto rischio ed ogni 3 per quelle a basso, tranne alcune eccezioni come, ad esempi, quando c'è la convivenza con muli.

Comunemente le 3 vaccinazioni che vengono effettuate ad intervalli regolari sono quelle per l'influenza ed il tetano, e l'Herpesvirus.
Ma è discrezione del veterinario suggerire un vaccino per l'animale, in base ai focolai della malattia presenti nel territorio, come quello per la West Nile.
Ma è bene ricordare che, anche se anche se non obbligatorie per legge, le vaccinazione sono importante per la cura della salute del cavallo e per prevenire malattie gravi.


Ecco una breve presentazione delle vaccinazioni più importanti per i nostri cavalli:

-Influenza equina
È una malattia ad eziologia virale respiratoria acuta pericolosa per il cavallo. È causata dai virus influenzali del sottotipo H3N8 e caratterizzata da febbre, tosse, scolo nasale, inappetenza. La trasmissione può essere diretta (tramite contatto con l'aerosol eliminato da altri animali infetti, che possono anche essere asintomatici) o indiretta (il virus resiste bene nell'ambiente e può essere trasportato da persone, veicoli, alimenti).
Si consiglia di vaccinare i puledri a 4-6 mesi, richiamare dopo 4 e 10 settimane e poi ogni 6 mesi (per regolamento FISE e FEI); la vaccinazione per l'influenza è necessaria per la partecipazione del cavallo a qualunque evento FISE.

-Tetano (Clostridium tetani)
E' una delle peggiori e più pericolose malattie infettive per il cavallo. Il tetano può essere letale. La malattia non è contagiosa ed è provocata dalla tossina del batterio Clostridium tetani che penetra in una ferita del cavallo tramite il terreno, le feci o materiale contaminato.
I sntomi sono:
rigidità muscolare, spasmi muscolari, convulsioni, febbre.
La vaccinazione e' consigliata nel puledro a 4-6 mesi, con richiamo a distanza di 4-6 settimane e successivi richiami ogni anno.

-Rinopolmonite
La rinopolmonite è provocata dall'Herpesvirus equino EHV-1 o EHV-4 e colpisce le vie respiratorie.
Nelle fattrici gravide l'EHV-1 può causare l'aborto dai sei mesi di gestazione in avanti, mentre l'Herpesvirus Equino di tipo 4 è causa comune di forme respiratorie, di solito caratterizzate da sintomatologia non grave. Raramente EHV-4 è anche causa di aborto nelle fattrici.
Provoca febbre, apatia del cavallo, tosse, scolo nasale, inappetenza o danni neurologici anche mortali per l'animale. I puledri sono maggiormente esposti a questo virus fino a 2-3 anni di vita.
Può essere trasmessa sia direttamente da altri animali che indirettamente se il virus è resistente nell'ambiente.
La prima vaccinazione è consigliata a 5-6 mesi con un richiamo dopo 4-6 settimane. I richiami successivi sono semestrali.
Nelle cavalle gravide è prassi vaccinare al V, VII e IX mese di gestazione.

-Adenite Equina
Malattie infettiva provocata dal batterio Streptococcus equi che colpisce le vie respiratorie.
I Sintomi sono: scolo nasale, ascessi ai linfonodi delle prime vie aeree, difficoltà di deglutizione e masticazione, febbre e tosse.
La trasmissione è diretta o indiretta, tramite resistenza del batterio nell'ambiente.
La vaccinazione fa fatta a 4-6 mesi del puledro, con richiamo e successivi richiami semestrali.

-West Nile
E' un virus recente trasmesso dalle zanzare e che colpisce il sistema nervoso.
I sintomi sono: atassia, debolezza degli arti, movimenti in circolo e a volte e' presente digrignamento dei denti.
La vaccinazione per il puledro deve essere fatta a 4-6 mesi, con richiamo un mese dopo e successivi e richiami annuali.

-Anemia infettiva equina
L'anemia infettiva equina è una malattia virale con sintomi di vario tipo. Non esiste un vaccino, ma è obbligatorio il cosiddetto Coggin's test annuale (oggi ELISA test) per stabilire la presenza o assenza di anticorpi. Un test che andrebbe fatto ogni anno e che tuttavia varia in base alle regioni e alla situazione epidemiologica.

-Rabbia
La rabbia, provocata dal virus rabdovirus, colpisce il sistema nervoso e danneggia i neuroni. Viene trasmessa dal morso di animali selvatici. E per questo i cavalli allo stato brado, o in alpeggi, sono più a rischio. In base alle indicazioni del Ministero della Sanità, il vaccino contro la rabbia è obbligatorio per i cavalli al pascolo. E' sufficiente una sola somministrazione 20 giorni prima di spostare i cavalli al pascolo. Per i puledri invece al quarto mese.
Una volta inoculato, il vaccino induce nell'ospite una risposta immunitaria specifica, umorale (anticorpi) o cellulo mediata (linfociti T); perché da tale "reazione" derivi una protezione tale da rendere immune il soggetto, sono però necessari circa 15 - 30 gg. Nel caso si tratti della prima somministrazione, sarà necessario poi effettuare una seconda inoculazione per suscitare una risposta anticorpale secondaria più rapida e intensa.


I TIPI DI VACCINI:

I vaccini possono essere classificati a seconda delle loro caratteristiche, che dipendono dalle tecniche di preparazione in vaccini inattivati (uccisi o spenti), vivi attenuati, purificati e sintetici.
I vaccini inattivati sono microrganismi completi cui è stata completamente eliminata la virulenza mediante inattivazione chimica o fisica. Solitamente sono associati ad adjuvanti: sostanze che ne potenziano l'immunogenicità,
ossia la capacità di stimolare risposte immunitarie (idrossido di alluminio, saponina, berillio solfato). Molto spesso le reazioni allergiche che si riscontrono sono dovute proprio alla presenza di queste sostanza, più che al vaccino madre.
I vivi attenuati sono costituiti da microrganismi completi il cui potere patogeno è stato diminuito o eliminato con trattamenti e procedure diverse. Lo scopo e' di indurre un'infezione molto blanda e, contemporaneamente, stimolare le difese immunitarie tipiche dell'infezione naturale, senza però provocare la malattia.
I vaccini purificati sono invece costituiti dalle singole frazioni del virione, responsabili di virulenza e quindi coinvolte nelle reazioni immunitarie di difesa. Sono sprovvisti di potere infettante, in quanto privi dell'acido nucleico virale.
I vaccini sintetici sono frammenti di proteina sintetizzata chimicamente in grado di suscitare risposta anticorpale.
I vaccini che utilizziamo di routine nel cavallo sono del tipo inattivato.
Recentemente si sta sempre più ponendo l'accento sui possibili danni da ipervaccinazione. Ma, come ormai ampiamente recepito nella pratica vaccinale dei piccoli animali, anche nel caso del cavallo sarebbe buona norma valutare anche lo stato anticorpale del soggetto prima di vaccinarlo. Nel caso del Tetano, ad esempio, studi recenti hanno dimostrato che l'immunità persiste sino (ed oltre) i tre anni. E' possibile rilevare il titolo anticorpale con un semplice test su sangue a risultato immediato che potrà effettuare il veterinario in sede di vaccinazione.

Le vaccinazioni sono un importante intervento di prevenzione per scongiurare il contagio e la diffusione di alcune gravi patologie. I frequenti contatti tra equini per scambi commerciali, riunioni sportive, gare e fiere aumentano il rischio di contrarre malattie infettive gravi e rendono necessario un serio programma vaccinale preventivo. La legislazione italiana prevede l'obbligo di vaccinazioni solo in casi specifici.

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